La Corte di giustizia dell’Ue ha dato ragione alla Commissione europea in due diversi procedimenti contro le aziende statunitensi Apple e Google.
La Corte, che ha sede in Lussemburgo, ha stabilito che Apple deve rimborsare una cifra ingente di tasse arretrate all’Irlanda per aver beneficiato di agevolazioni fiscali indebite, equiparate ad aiuti di stato.
Il caso risale al 2016, quando Bruxelles aveva ordinato al colosso di restituire all’Irlanda 13 miliardi di euro. La cifra corrisponde ai benefici derivanti dalle agevolazioni fiscali concesse all’azienda dal 2003 al 2014.
Secondo la Commissione europea, in quegli anni la filiale irlandese di Apple ha pagato un’aliquota fiscale effettiva irrisoria sui suoi profitti europei, “dall’1% del 2003 allo 0,005% del 2014”.
In primo grado, tuttavia, il Tribunale dell’Ue aveva dato torto alla Commissione, respingendo il caso presentato dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. La Commissione aveva però presentato ricorso alla Corte di giustizia.
In estrema sintesi, Dublino ha attirato per anni multinazionali da tutto il mondo grazie ad aliquote iper-vantaggiose e ora procede all’incasso di fondi non previsti. Ma si tratta di un precedente che potrebbe indurre molte aziende importanti a lasciare l’Irlanda.
In un’altra sentenza la Corte ha confermato una multa da 2,4 miliardi comminata nel 2017 contro Google per pratiche anticoncorrenziali nel mercato delle ricerche online. Si tratta della seconda multa più pesante mai comminata dall’Unione europea in procedimenti a tutela della concorrenza.