A meno di un anno dalle prossime elezioni presidenziali francesi, Emmanuel Macron torna a spingere per un ammorbidimento delle regole di bilancio dell’Eurozona nella speranza di ottenere un maggior sostegno dagli elettori. Già nel 2019, il presidente della Francia aveva detto al ‘The Economist’ che le regole di Maastricht “derivano dal passato”, sostenendo che l’Europa deve spendere e investire di più.
Secondo le regole attuali, i paesi dell’Eurozona devono limitare il debito pubblico al 60% del Pil e il deficit al 3%, anche se sono ormai numerosi i paesi che hanno ‘sfondato’ questi limiti. Al contempo, i tassi di interesse sui titoli di Stato francesi a 10 anni sono passati dall’8% a poco più dello 0% negli ultimi 30 anni. Ciò significa che non costa quasi nulla al governo sottoscrivere nuovo debito.
Uno dei problemi è che quasi un quarto dei titoli di Stato dell’Eurozona sul mercato proviene dalla Francia. Il debito pubblico del paese transalpino si attesta a quasi il 120% del Pil. E, prima o poi, la Bce smetterà di stampare moneta, innescando un aumento dei tassi di interesse.
Ma provando a superare le due regole principali di Maastricht, Macron prova ad attirare una quota di elettori di centrosinistra, un’area politica che non vede di buon occhio il capo dell’Eliseo e che giudica come ostacoli i due parametri (3% e 60%), i quali dal loro punto di vista impediscono alla Francia di spendere di più e attuare politiche redistributive.