La Commissione Ue ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per il mancato rispetto di alcuni obblighi in materia di scambio di informazioni stabiliti dalle norme in materia di cooperazione transfrontaliera nella lotta al terrorismo e alla criminalità.
Tali norme - ricorda la Commissione – “sono uno strumento fondamentale nella lotta al terrorismo e alla criminalità e consentono di scambiarsi rapidamente informazioni su Dna, impronte digitali e dati nazionali di immatricolazione dei veicoli, permettendo alle autorità di identificare i sospetti e di stabilire collegamenti tra i casi penali in tutta l’Unione”.
Gli Stati membri dovevano attuare pienamente le norme entro agosto 2011. La Commissione ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, inviando una lettera di costituzione in mora, seguita nel 2017 da un parere motivato, ed esortando il nostro paese a rispettare pienamente gli obblighi giuridici.
Dopo ripetute indagini sui progressi compiuti dall’Italia nell’adempimento dei suoi obblighi – evidenzia l’organo di governo dell’Ue - “si constata che a tutt'oggi l’Italia ancora non consente agli altri Stati membri di accedere ai propri dati relativi al Dna, alle impronte digitali e all’immatricolazione dei veicoli”.