Brexit, svolta clamorosa. May rinvia il voto alla Camera

A poche ore dal voto in Parlamento sull'accordo, May ha deciso di rinviarlo perché certa di subire una sonora disfatta alla Camera e si dice pronta a riprendere i negoziati con l'Ue. Il nodo resta il backstop, ossia il regime speciale per l’Irlanda del Nord

Brexit, svolta clamorosa. May rinvia il voto alla Camera

A poche ore dal voto cruciale in Parlamento sull’accordo riguardante l'uscita del Regno Unito dall'Ue, Theresa May ha clamorosamente deciso di rinviarlo perché certa di subire una sonora disfatta alla Camera dei Comuni.

May, sotto l’enorme pressione di una parte del suo governo, ha così ceduto. Il problema principale è sempre lo stesso: il backstop, ossia il regime speciale per l’Irlanda del Nord, che rimarrebbe in una sorta di Mercato comune europeo (e il Regno Unito nell’Unione doganale) fino a quando non verrà trovata una soluzione a lungo termine. Il tutto per evitare il ritorno di un confine duro tra Belfast e la Repubblica d’Irlanda con il rischio di nuove tensioni. Ma il backstop è un punto fermo dell’Ue.

La premier è comunque decisa a giocarsi le ultime carte. Nella mattinata di oggi (11 dicembre) in Olanda per incontrare il premier Ruth, poi a Berlino per vedere Merkel, infine alle 1915 a Bruxelles per sedersi al tavolo con Juncker.

Ma le speranze per May sono pressoché nulle. Al Consiglio europeo "avremo un ospite imprevisto: la Brexit. Sono sorpreso perché ci eravamo messi d'accordo con il governo britannico e a quanto pare ci sono problemi quando ci si avvicina alla meta". Così Jean-Claude Juncker riferendo alla Plenaria del Parlamento Ue sul prossimo Consiglio europeo. "Incontrerò la premier britannica questa sera, l'accordo che abbiamo raggiunto è il migliore possibile, l'unico possibile, non c'è margine di manovra per nuovo negoziato", ha aggiunto.

Gli fa eco il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: "Bene ricevere Theresa May ma non possiamo cambiare una posizione che ormai è stata assunta".

Ancora più esplicito è stato il leader dei liberali Guy Verhofstadt, coordinatore del gruppo sulla Brexit del Parlamento europeo: "Qualunque sia la richiesta della premier, noi non lasceremo i nostri amici irlandesi ed è fuori discussione una rinegoziazione del backstop in Irlanda".

È la Francia, poi, a spegnere definitivamente le flebili speranze del capo del Governo britannico. "Siamo molto preoccupati per il posticipo del voto britannico sulla Brexit. Questo accordo è l'unico possibile e abbiamo fatto molte concessioni per raggiungerlo. Dobbiamo essere pronti per una mancata intesa, perché non è improbabile. Noi siamo pronti", così il ministro francese per l'Europa, Nathalie Loiseau.

Il rischio di un “no-deal”, cioè di un’uscita brutale di Londra dall’Ue con tutte le probabili pesanti conseguenze economiche e politiche, cresce sempre di più

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