Il Regno Unito andrà alle elezioni il 4 luglio. Il primo ministro Rishi Sunak ha annunciato formalmente la convocazione del voto. Sunak ha rivendicato di aver aiutato il Paese a uscire da alcune delle “più grandi sfide dalla Seconda Guerra Mondiale” vissute negli ultimi 4 anni: dalla pandemia alla guerra della Russia in Ucraina.
L’accelerazione sembra aver preso di sorpresa parte del mondo politico, inclusi vari deputati Tory (il suo partito). Alcuni di loro hanno fatto sapere dietro copertura di anonimato di considerare alla stregua di “una pazzia” la decisione del premier 44enne, primo capo del governo britannico figlio di immigrati indiani.
I sondaggi, infatti, più recenti danno al partito laburista di Keir Starmer un vantaggio di circa il 20%, uno scenario che sembra preludere alla fine della lunga striscia di governi conservatori iniziata nel 2010 con il governo di coalizione di Cameron.
In tale contesto, l’obiettivo meno irrealistico potrebbe essere quello di limitare la portata di una sconfitta quasi annunciata dei Tory dopo 14 anni al potere. Ci vorrebbe una svolta nell’opinione pubblica che non ha precedenti nella storia britannica affinché i conservatori di Sunak possano restare al governo anche dopo il 4 luglio.