Il parlamento britannico non voterà sull'accordo per la Brexit "prima del 12 marzo", diciassette giorni prima della data in cui la Gran Bretagna deve lasciare l'Unione europea. Lo ha detto la premier britannica, Theresa May, escludendo quindi la possibilità che il voto possa avvenire durante questa settimana.
La premier ha detto che "proseguono colloqui positivi" con Bruxelles e che il divorzio entro il 29 marzo è "alla nostra portata". In realtà, la Commissione Europea ha ribadito più volte di non voler cambiare il backstop, cioè il regime speciale dell'Irlanda del Nord in una sorta di mercato unico e la Gran Bretagna nell'Unione doganale (dell’Ue) fino a quando non verrà trovata una soluzione per far sì che il confine irlandese resti senza frontiere anche dopo l'uscita dall'Ue. Intanto, all’interno del partito di Theresa May, la situazione appare sempre più tesa.
Per questi motivi la premier si è giocata l’ultima carta disponibile, quella del rinvio di una settimana. Theresa May vuole portare il Parlamento di fronte a un punto di non ritorno: costringere i parlamentari a scegliere tra il suo accordo e nessun accordo. Dowing Street vuole evitare a tutti i costi un rinvio dell’uscita del Regno Unito dall’Ue.