Il ministro delle Finanze licenziato e una clamorosa retromarcia sul programma di politica economica. A quattro settimane circa dall’ingresso a Downing Street, Liz Truss è già sull’orlo del precipizio. Nel tentativo di sopravvivere politicamente la premier britannica ha destituito Kwasi Kwarteng, il suo Cancelliere dello Scacchiere (il nostro ministro delle Finanze), dopo averlo fatto rientrare in anticipo da Washington. Al suo posto arriva l’ex ministro della Sanità Jeremy Hunt (uno dei pochi conservatori contrario alla Brexit).
Truss si è rimangiata il mini-budget annunciato due settimane fa, ovvero il pacchetto di misure che, in particolare con controversi tagli fiscali, ha fatto crollare la sterlina e messo in pericolo l’economia nazionale, dando al Labour un vantaggio record nei sondaggi.
In una brevissima conferenza stampa la premier Tory si è limitata a ribadire di voler attuare le misure necessarie a rilanciare la “crescita” dell’economia britannica, ma ha anche ammesso che occorre garantire in questa fase anche “la stabilità” finanziaria e dei conti pubblici. Salta quindi l’abolizione dell’incremento sulla corporation tax dal 19 al 25% a partire dall’anno prossimo, che quindi ci sarà come stabilito dal precedente governo.
Dopo 12 lunghi e difficili anni al potere, il Partito Conservatore sembra entrato in una crisi profonda. E ora sembra non fidarsi più di Liz Truss. Quella che doveva essere una nuova Margaret Thatcher si sta rivelando un’altra Theresa May.