Il governo britannico ha depositato in Parlamento l’annunciato progetto di legge - contestato dall’Ue - che si propone di tutelare il mercato interno del Regno Unito nel dopo Brexit anche a costo di rivedere alcuni punti dell’accordo di recesso già raggiunto con Bruxelles.
In particolare il riferimento è al protocollo sottoscritto a garanzia del confine aperto fra Dublino e Belfast (con l’obiettivo di evitare il riemergere di 30 anni di sanguinose tensioni fino alla firma dell’Accordo di Pace del Venerdì Santo nel 1998).
Il testo, che lo stesso ministro Brandon Lewis ha ammesso rappresentare una violazione del diritto internazionale - seppure “limitata” - è stato tuttavia difeso dal premier Boris Johnson.
Il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, in una telefonata con il ministro britannico Michael Gove ha espresso “forti preoccupazioni” sullo stato delle trattative sulla Brexit, e ha invocato una seduta straordinaria della commissione Ue-Gb sull’attuazione dell’accordo di divorzio, affinché Londra “risponda ed elabori”.
“Sono molto preoccupata dagli annunci del governo britannico sulle sue intenzioni di violare l’Accordo di recesso per la Brexit - ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen -. Questo violerebbe la legge internazionale e minerebbe la fiducia. Pacta sunt servanda”.
Oltreché il meccanismo per evitare un confine con l’Irlanda, a ostacolare un’intesa con Bruxelles c’è il regime di sovvenzioni statali che il Regno Unito applicherà dopo la Brexit e anche la futura distribuzione delle quote di pesca.
Il tempo stringe, Bruxelles vuole un accordo entro la fine di ottobre per consentire la ratifica in tempo e Johnson ha avvertito che si accontenta di un ‘no deal’. La riunione del Consiglio europeo del 15 ottobre è la data limite per raggiungere un’intesa o accelerare i preparativi per la ‘hard Brexit’, che avrebbe avuto luogo a questo punto a fine anno.
Nel frattempo è arrivato un ultimatum da Bruxelles. L’Ue minaccia azioni legali se il governo non abbandonerà “entro la fine del mese” il disegno di legge (appena presentato in Parlamento).