Un attrito diplomatico che rende più difficile la missione ucraina di Giorgia Meloni e mette a rischio la piena collaborazione offerta dalla premier italiana a Volodymyr Zelensky anche se oggi (21 febbraio) non è stata presa alcuna decisione concreta in merito alla fornitura ulteriore di ‘aiuti militari’, nonostante il pressing ucraino.
Per due volte i giornalisti - durante la conferenza stampa congiunta - domandano al presidente ucraino delle critiche di Silvio Berlusconi espresse alla vigilia delle elezioni amministrative dei giorni scorsi, quando attribuì la responsabilità della guerra all’Ucraina, criticando apertamente l’atteggiamento di Zelensky. Secca la replica della premier italiana: “In Parlamento abbiamo sempre votato compattamente. Una cosa sono le frasi dette, un’altra le posizioni”.
C’è stato poi anche il tempo per un siparietto. Una nota giornalista italiana pone una domanda a Meloni. Poi quando è il momento di cedere la parola a Zelensky, il presidente ucraino chiede cortesemente alla cronista di porre la domanda in lingua inglese ma, a quel punto nel silenzio generale, arriva in soccorso la premier italiana che traduce la domanda al presidente ucraino.