Alcuni vincoli costituzionali al debito pubblico, insieme alle difficoltà attraversate in questa fase dalla ex locomotiva d’Europa, potrebbero “costringere” il governo tedesco a tagliare i fondi destinati all’Ucraina. Berlino è il suo più grande fornitore di armamenti a Kiev dopo gli Stati Uniti.
Per bilanciare il suo passo indietro, l’esecutivo guidato da Scholz punta sul pacchetto di prestiti internazionali da 50 miliardi di dollari, finanziato dagli interessi sui profitti derivanti dai beni russi congelati e concordato dai leader del G7 a giugno, spingendo Kiev a procurarsi autonomamente tutto ciò che occorre per fronteggiare la Russia.
È lo scenario a cui guarda il cancelliere che cerca con fatica di tenere in equilibrio le priorità di tre partiti ideologicamente differenti (Verdi, Liberali, e Spd) e produrre bilanci conformi alle rigide regole autoimposte dalla Germania in materia di accumulo di debito.
Passando ai numeri, il bilancio tedesco di quest’anno prevede circa 7,5 miliardi di euro in aiuti militari per l’Ucraina, mentre quello per l'anno prossimo scende a 4 mld, una cifra che tuttavia potrebbe relativamente aumentare man mano che il bilancio verrà approvato dal parlamento.