L’Italia deve ratificare il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) senza ulteriori ritardi, ed implementare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la semplice ragione che le conviene. Se lo farà, completando anche le riforme, il Pnrr può valere tra il 10 e il 12 per cento del Pil da qui al 2030. Con queste parole, dopo l’invito dei mercati, della Banca centrale europea e della Commissione Ue, arriva anche la raccomandazione del capo del dipartimento Europa dell’Fmi, Alfred Kammer.
L’Italia è l’unico Paese membro a non aver ancora ratificato il Mes e la premier Giorgia Meloni ha più volte criticato lo strumento. Alla luce delle fragilità emerse nel sistema bancario, senza citare direttamente l’Italia, Kammer spiega che “nella Ue, la stabilità finanziaria potrebbe essere ulteriormente rafforzata estendendo la portata degli strumenti di risoluzione alle banche più piccole, ratificando il trattato modificato del Mes per fornire una copertura finanziaria al Fondo unico di risoluzione, e concordando un’assicurazione comune dei depositi bancari”.
“Il Mes - ha spiegato Kammer in conferenza stampa - è un importante elemento per completare l’architettura dell’Unione bancaria in Europa, preziosa sotto molteplici aspetti”, dato che rafforzerebbe la stabilità finanziaria, permetterebbe migliori condizioni di credito per imprese e individui. Semplificherebbe, peraltro, anche il compito della Bce, rendendo più veloce la trasmissione delle decisioni di politica monetaria.