Il milione e mezzo di euro in contanti trovato in casa dell’ex eurodeputato del Pd, Pier Antonio Panzeri, e dell’ex vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, nell’inchiesta ‘Qatargate’ non era destinato a restare nei sacchi. Le banconote dovevano oliare altri europarlamentari tedeschi e francesi (riporta Dagospia). Non sarebbe dunque circoscritta solo ai quattro fermati ma riguarderebbe diversi europarlamentari a libro paga del Qatar. È una delle ipotesi dell’inchiesta della procura federale di Bruxelles che indaga sulla presunta corruzione per moderare la posizione del Parlamento europeo sulle violazioni di diritti umani nell’emirato del Golfo.
Il ‘Qatargate’ dunque rischia di allargarsi. Con un nuovo protagonista, insieme al governo di Doha, al centro della scena: il Dged. Ossia, i Servizi segreti marocchini. Con Qatar e Marocco nelle parti dei grandi corruttori. Pier Antonio Panzeri, Andrea Cozzolino e Francesco Giorgi sarebbero stati in contatto con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia.
Intanto, davanti agli inquirenti belgi, Giorgi ha confessato di aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata dal Marocco e dal Qatar allo scopo di interferire e condizionare gli affari europei (sarà davvero così o sta cercando di alleggerire la posizione della sua compagna Kaili?). Il suo ruolo era quello di gestire i contanti. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir in base a documenti visionati insieme a La Repubblica. Giorgi avrebbe anche detto di sospettare che Cozzolino e Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Panzeri.
Un fatto è invece certo. Quest’ultimo e Giorgi resteranno ancora in carcere per almeno un mese. È quanto hanno deciso i giudici della Camera di consiglio del Tribunale di Bruxelles al termine della prima udienza. Per il quarto fermato, secondo quanto riporta l’agenzia ‘Ansa’, Nicolò Figà-Talamanca è stato invece disposto il regime di sorveglianza elettronica che gli permette di uscire dal carcere. Per quanto riguarda Kaili la decisione è stata rinviata, su richiesta della stessa ex vicepresidente del Pe, al 22 dicembre prossimo.