
“Giù le mani!”, in inglese “Hands off!”: sono le proteste anti-Trump negli Usa che cercano di raggiungere un pubblico più vasto possibile. Il 5 aprile centinaia di migliaia di persone hanno dato vita a più di 1.000 proteste in tutto il paese legate al movimento “Hands Off!”, incentrate sul presidente Donald Trump e sul miliardario Elon Musk.
Oltre 150 gruppi politici hanno collaborato per organizzare quella che di fatto è stata la più grande giornata di protesta della seconda amministrazione Trump. Le manifestazioni hanno toccato varie città americane, da New York a Boston, da San Francisco a Portland. Ma l’epicentro è stata Washington, dove migliaia di attivisti si sono radunati sul National Mall, a due passi dalla Casa Bianca.
Una folla variopinta di tutte le età e con slogan originali. “Wake up and smell the coup” (“Svegliatevi e sentite l’odore del golpe”), “Trump golfs while Usa burns” (“Trump gioca a golf mentre gli Usa bruciano”), “Aren’t you tariffied?” (“Non sei soggetto a dazi?”) sono alcuni degli slogan.
Molti ammoniscono a “tenere giù le mani” dalla democrazia, dalla sanità e da tutto quello che è finito nel mirino di Trump e Musk, dipinti nei cartelli come due nazisti. I numeri non sembrano da record, ma la rabbia sta crescendo dopo i tagli indiscriminati alla spesa pubblica, la stretta su diritti e libertà, nonché i dazi che - secondo molti economisti - rischiano anche di aumentare il costo della vita. Mosse che questa settimana hanno fatto precipitare il consenso del presidente al 43%, la percentuale più bassa dal suo insediamento.