“Mobiliterò l’esercito degli Stati Uniti per fermare i disordini e l’illegalità. Siamo di fronte a un atto di terrorismo domestico”. È la presa di posizione di Donald Trump.
In seguito agli scontri causati dalla morte di George Floyd, altre due persone sono rimaste uccise durante i disordini a Chicago. Ed è ancora alta la tensione a Washington dove, nonostante il coprifuoco, centinaia di manifestanti hanno continuato a manifestare. Proteste e disordini in corso anche a New York, dove si registrano ancora episodi di vandalismo e saccheggi, Dallas, Atlanta, Los Angeles.
Tuttavia, non c’è solo violenza. Alcuni dirigenti di polizia e agenti si sono uniti ai dimostranti in segno di solidarietà. A volte chinandosi su un ginocchio (un atto di protesta popolare nel mondo sportivo americano per denunciare le iniquità razziali, ndr) come hanno fatto due agenti nel Queens, a New York. In Michigan lo sceriffo della contea di Genesee Chris Swanson ha marciato con i dimostranti, così come il capo della polizia di Norfolk in Virginia. In ginocchio anche alcuni agenti al Lafayette park nella capitale, davanti alla Casa Bianca, a Miami e a Santa Cruz.
Intanto in una nuova autopsia commissionata dalla famiglia, George Floyd è morto per “asfissia causata da compressione al collo e alla schiena”.