Anche il secondo confronto si apre sul tema coronavirus. Donald Trump: “Non possiamo chiuderci in cantina, New York è una città fantasma”. Lo sfidante: “Sei andato nel panico col Covid”. Dopo la rissa verbale di un mese fa, durante il primo dibattito, due minuti di risposta ‘pulita’ per i candidati con l’avversario con microfono spento.
Trump non ha prevaricato Joe Biden ed è arrivato al termine del confronto senza mai trasformarlo in rissa. Come era invece successo a Cleveland, Ohio, lo scorso 29 settembre.
“Oltre 220mila americani sono morti. Chiunque sia responsabile di così tanti decessi non può essere presidente degli Stati Uniti” attacca l’ex vicepresidente. Mostrando che la strategia annunciata dai repubblicani, di lasciarlo parlare sperando in una delle sue celebri gaffe, non funziona.
“Hai mentito al Paese - attacca Biden - il virus non se ne sta affatto andando. Non ti prendi responsabilità”. Trump reagisce: “Non è colpa mia ma della Cina. E non possiamo chiudere la nazione, col virus dobbiamo imparare a convivere”. Il dem ribatte: “Col virus non si convive, si muore”.
Biden però incassa bene gli attacchi sul figlio Hunter quando Trump fa riferimento alle controverse mail pubblicate dal New York Post secondo cui il ragazzo organizzò un incontro fra il padre e certi affaristi ucraini e lo accusa: “La tua famiglia ha preso soldi quando eri vice-presidente”. Il dem, sulla difensiva, abbozza: “Non c’è stato nulla di poco etico”.
Né lui né il figlio, assicura Biden, hanno fatto affari oscuri con Pechino: “L’unico che ha fatto soldi con la Cina sei tu”, punta il dito, riferendosi al conto cinese di Trump. Rilanciando: “Non hai mai pagato le tasse”. E Trump a rispondergli in modo impopolare: “Il fisco è sleale con me”.
Il momento forse più ‘toccante’ è quando si parla dei bambini separati dai genitori al confine e ancora in alcuni centri di contenimento. Almeno 500 di loro, hanno perso ogni traccia dei genitori: “Li avete strappati alle madri e ora sono soli, non sanno dove andare”, accusa l’ex numero due di Barack Obama. “Le gabbie usate per tenere i clandestini furono costruite da voi nel 2014” risponde Trump.
Intanto il presidente Usa continua a sperare, aggrappandosi ad alcuni segnali in controtendenza, tra un mare di sondaggi favorevoli a Joe Biden. Anche perché quattro anni fa lo svantaggio rispetto al candidato democratico era maggiore.