Il mio diritto, il diritto di mia moglie e dei miei figli di circolare in Giudea e Samaria, è più importante della libertà di movimento per gli arabi.
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È polemica aperta tra il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, politico di estrema destra che appoggia il premier Benjamin Netanyahu, e la modella Bella Hadid, colpevole (secondo lui) di avere criticato le sue affermazioni in merito alla libertà di movimento della popolazione palestinese in Cisgiordania.
In un’intervista a un'emittente israeliana Ben-Gvir ha sostenuto che il proprio diritto alla libertà di movimento come colono ebreo fosse superiore al medesimo diritto dei palestinesi: “Il mio diritto, il diritto di mia moglie e dei miei figli di circolare in Giudea e Samaria, è più importante della libertà di movimento per gli arabi”.
Parole e concetti che hanno indotto Bella Hadid a replicare. La modella di fama mondiale, il cui padre è palestinese, ha condiviso con i suoi 59,5 milioni di follower su Instagram un estratto dell’intervista di Ben-Gvir, scrivendo: “In nessun luogo, in nessun momento, specialmente nel 2023, una vita dovrebbe essere più preziosa di quella di un altro. Soprattutto semplicemente a causa della loro etnia, cultura o puro odio”.
La 26enne ha poi postato un video del principale gruppo israeliano per i diritti B’Tselem, che mostra soldati israeliani nella città di Hebron, nel sud della Cisgiordania, mentre dicono a un residente che ai palestinesi non è permesso camminare in una certa strada perché è riservata agli ebrei. “Questo ricorda qualcosa a qualcuno?”, ha rimarcato.
Secondo gli osservatori delle Nazioni Unite, ci sono almeno 645 barriere fisiche che limitano il movimento dei palestinesi in Cisgiordania. Oltre la metà delle barriere hanno un “grave impatto sui palestinesi”, impedendo l’accesso ai centri urbani, alle strade principali, ai terreni agricoli e ad altri servizi.
Inoltre, secondo un conteggio dell’Associated Press, dall’inizio di quest’anno, circa 30 persone sono state uccise dagli attacchi palestinesi contro gli israeliani. Quasi 180 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano in Cisgiordania nello stesso periodo, la maggior parte dei quali, secondo Israele, erano militanti.