Per la terza volta in meno di un anno il prossimo 2 marzo si torna al voto in Israele. Non sono bastate due elezioni, due premier incaricati - Benyamin Netanyahu e Benny Gantz, per sbloccare la peggior impasse politica nella storia del Paese.
E così a Gerusalemme il Parlamento si è sciolto prendendo atto che nessun deputato ha potuto mettere insieme l’appoggio di 61 colleghi su 120 per formare un governo.
Ora non resta che attendere il voto di marzo. I partiti si addossano reciprocamente la colpa per elezioni che a parole nessuno dice di volere ma che saranno decisive per l’attuale premier Netanyahu, incriminato per corruzione, frode e abuso di potere in tre casi giudiziari. E insidiato anche all’interno del suo Likud da Gideon Saar, l'avversario di sempre, che lo sfiderà nelle primarie del partito, indette dopo molte discussioni per il 26 dicembre.
Ma sarà un voto decisivo anche per Benny Gantz, l’ex capo di stato maggiore dell’esercito, leader del centrista Blu-Bianco, che dopo due elezioni sul filo di lana spera di dare la spallata finale a Netanyahu con la promessa di cambiare, se vincerà, l'intera politica israeliana degli ultimi anni dominata dal più longevo primo ministro in carica.