“I dati delle urne sono chiari: il messaggio è che Nea Dimokratia è autonoma”. Lo ha dichiarato il premier uscente Kyriakos Mitsotakis, commentando i risultati che vedono il suo partito Nuova Democrazia vincitore con uno stacco di venti punti dal rivale Syriza (41 per cento contro 20), guidato dall’ex premier Alexis Tsipras. Dietro di loro, il partito socialista del Pasok (11 per cento). “La matematica della rappresentanza proporzionale porta a vicoli ciechi” ha aggiunto, lasciando intendere che punta a nuove elezioni, con un diverso sistema elettorale, per formare un governo monocolore.
Un risultato che non consente al premier uscente di aggiudicarsi la maggioranza assoluta nel Parlamento di 300 seggi, eletto con un sistema proporzionale semplice. Ecco perché Mitsotakis intende rinunciare a un mandato esplorativo per ripresentarsi al voto il 25 giugno, con un sistema elettorale che gli può garantire una più sicura maggioranza. Le eventuali nuove elezioni infatti si terrebbero con un diverso sistema elettorale, approvato proprio durante il governo di Nea Dimokratia, che assegna direttamente un bonus di seggi, fino a un massimo di 50, al partito vincitore.
Eletto per la prima volta nel 2019, nei quattro anni del suo governo è riuscito a mantenere alto l’indice di gradimento, anche dopo lo scandalo delle intercettazioni di politici e giornalisti scoppiato nell’estate scorsa, e la tragedia ferroviaria di Tebi di febbraio, dove 57 persone hanno perso la vita. Laureato a Harvard, con un passato da analista economico nella Chase Bank di Londra, Mitsotakis, 55 anni, appartiene a una longeva dinastia politica greca: il padre è stato a sua volta premier, mentre il nipote è l’attuale sindaco di Atene.