Le scuole, le università, le banche e diverse istituzioni del Libano sono ancora chiuse. Si va avanti così dal 18 ottobre, da quando sono scoppiate le proteste popolari senza precedenti contro il carovita e la corruzione.
Le principali strade del paese rimangono bloccate. I manifestanti chiedono le dimissioni dell'attuale governo. Ma Il premier e i ministri libanesi affermano di non avere nessuna intenzione di lasciare.
Anche il presidente della Banca Centrale, Riad Salame, si è schierato a favore dell'esecutivo, affermando che l'eventuale caduta del governo complicherebbe la già difficile situazione economica del Paese.