Il governo libanese si è dimesso. Lo ha annunciato il primo ministro libanese. “La tragedia di Beirut è il risultato della corruzione endemica che affligge il Paese”, ha detto Hassan Diab.
In attesa di nominare un successore e formare un nuovo esecutivo, gli attuali ministri resteranno in carica per sbrigare le faccende di ordinaria amministrazione.
L’annuncio non soddisfa però il movimento di protesta che chiede le dimissioni dell’intera classe politica.
Lo spettro politico libanese torna a dividersi fra i partiti collegati all’Iran (Hezbollah e il movimento del cristiano Aoun) e quelli legati all’Occidente, in particolare a Francia e Stati Uniti, come i sunniti di Saad Hariri e i cristiani di Geagea e Gemayel.
Una lingua di terra strategica per il medioriente e il Mediterraneo: questo è il Libano.