Il G20 ha svolto un ruolo chiaro e decisivo nel coordinamento della risposta internazionale alla crisi finanziaria del 2008 e 2009. In particolare, l'istituzione nel 2009 del Financial Stability Board, un organismo che monitora il sistema finanziario globale, ha contribuito a gestire la fase post-crisi.
La lenta uscita dalla recessione non è, però, stata associata alla riduzione degli squilibri globali. Anzi negli ultimi due anni, il G20 è andato in confusione. La collaborazione tra le grandi economie ha iniziato a frammentarsi. Tra le cause, la Brexit e l’elezione di Donald Trump.
A queste occorre aggiungere altri elementi. Primo, l'ultima riunione ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio si è conclusa con un nulla di fatto. Secondo, le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina sono aumentate. Terzo, i cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, SudAfrica), che sembravano dieci anni fa poter diventare il nuovo motore dell’economia mondiale, sono stati investiti da recessione e scandali.
Tutte le strade sembrano a questo punto portare in Argentina. Potrebbe essere giunto il momento giusto per il suo presidente, Mauricio Macrì, di candidarsi alla presidenza del G20. Macrì potrebbe contribuire ad aprire una nuova stagione del commercio internazionale, fondato su liberalizzazione e multilateralismo.