Prima venivano gli uccisi gli oppositori del Cremlino, come mia madre o Boris Nemtsov. Adesso vengono prese di mira figure filo-regime, come Daria Dugina e Vladlen Tatarsky.
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Vera Politkovskaja - figlia di Anna Politkovskaja, la reporter della testata russa “Novaja Gazeta” uccisa nel 2006 - è costretta all’esilio dalla primavera del 2022. È autrice di un libro, “Una madre”, edito da Rizzoli, sulla madre e sulla recente repressione putiniana. Sostiene che l’attentato a San Pietroburgo di domenica scorsa sia un “messaggio ai vertici” di Mosca. E fa notare: “Prima venivano gli uccisi gli oppositori del Cremlino, come mia madre o Boris Nemtsov. Adesso, chiunque ci sia dietro ai recenti attentati, vengono prese di mira figure filo-regime, come Daria Dugina e Vladlen Tatarsky”. Nelle accuse al Fondo anti-corruzione dell’oppositore Aleksej Navalny, Politkovskaja vede il “pretesto per dare vita a un nuovo giro di vite”. E aggiunge: “La repressione si sta rafforzando”.