Occorre un patto tra le democrazie per l’ambiente. O sarà la catastrofe per tutti.
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“Cos’altro deve succedere per renderci conto che viviamo in un pianeta senza confini e che abbiamo un’urgente obbligazione morale a mettere in campo tutte le misure per ridurre ogni forma di inquinamento?”. A porre lo scottante interrogativo è il Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz. Ma il mondo sembra diventato sempre più miope. E tornano in mente le parole di John Maynard Keynes: “Nel lungo periodo siamo tutti morti”. Rispondeva ironicamente così l’economista britannico a chi criticava l’applicabilità dei suoi modelli al lungo periodo. Questa prospettiva, fraintesa come miope, al contrario rivela come il pensiero economico di Keynes fosse riflesso verso il futuro. Con tale affermazione, infatti, Keynes esprimeva l’urgenza di equipaggiare il sistema economico con strumenti appropriati già nel presente, per prevenire o almeno attenuare quelle fluttuazioni cicliche (boom e recessione) che naturalmente lo contraddistinguono. Parole ancora attuali.