Per incidere in modo rilevante sul cambiamento climatico e restituire giustizia ambientale a tutti i Paesi, le economie avanzate sarebbero tenute a pagare 192mila miliardi di dollari in risarcimenti entro il 2050. La cifra è stata calcolata da due scienziati (Jason Hickel dell’Università autonoma di Barcellona e Andrew L. Fanning dell’Università di Leeds) e riportata in uno studio pubblicato su Nature.
In un quadro generale di riduzione delle emissioni a livello globale, le economie di quelli meno ricchi risentono molto di più della transizione ecologica. Ma immaginando l’atmosfera come bene comune finora non ripartito in modo equo, i Paesi in via di sviluppo, che sono storicamente poco inquinanti, sono chiamati ad abbandonare i combustibili fossili, nonostante non abbiano ancora utilizzato la loro quota del bilancio globale di carbonio.
Lo studio ha rilevato che 55 Stati, tra cui l’India e molti paesi dell’Africa subsahariana, dovrebbero sacrificare oltre il 75 per cento delle emissioni loro “concesse”, mentre il Regno Unito, per esempio, ha emesso due volte e mezzo in più di quanto avrebbe potuto se la ripartizione fosse avvenuta in parti uguali. Un eccesso che gli costerebbe 7.700 miliardi di dollari entro il 2050.
“È una questione di giustizia climatica: se chiediamo ai paesi di decarbonizzare rapidamente le loro economie, anche se non hanno alcuna responsabilità per le emissioni in eccesso che stanno destabilizzando il clima, allora dovrebbero essere risarcite per questo onere ingiusto”, ha spiegato Fanning.
Cinque Paesi densamente popolati, come India, Indonesia, Pakistan, Nigeria e Cina (attualmente il più grande emettitore del mondo in termini assoluti), avrebbero diritto a ricevere 102mila miliardi di dollari per sacrificare la loro quota di bilancio del carbonio nello scenario a zero emissioni auspicato.