Per alcuni lo smartworking sta diventando un incubo. Ma per gli scimpanzé di due zoo della Repubblica Ceca, il Safari Park di Dvůr Králové nad Labem e lo zoo di Brno, le cose sono andate diversamente. Anche per questi animali, infatti, la socialità è molto importante, e anche per loro le restrizioni imposte dal tentativo di contenere i contagi da Covid19 sono abbastanza pesanti, perché gli zoo sono chiusi e gli animali non possono interagire con i visitatori come facevano prima.
Questa mancanza di stimoli si stava riflettendo negativamente sul loro atteggiamento e per questo motivo gli esperti hanno provato a mostrare agli scimpanzé le immagini della vita quotidiana dei colleghi dell’altro zoo su grandi schermi vicino ai vetri che delimitano i loro spazi: all’inizio l’atteggiamento degli animali era difensivo. Con il passare del tempo, invece, le reazioni sono diventate qualcosa di molto simile a quello che accade a noi esseri umani quando guardiamo la televisione. Addirittura alcuni di loro hanno cominciato ad afferrare delle cose da mangiare, esattamente come noi veniamo colti dall’irrefrenabile desiderio ad esempio di popcorn durante la visione di un film o di un evento sportivo.
Il 31 marzo sarebbe potuto essere l’ultimo giorno in videoconferenza, ma vedendo i risultati i responsabili hanno deciso di protrarlo. Problema risolto allora? In realtà non c’è da illudersi.
Gli scimpanzé trovano interessante e stimolante questa nuova modalità di interazione proprio perché è una novità che caratterizza le loro giornate. Del resto anche noi esseri umani all’inizio abbiamo salutato Zoom come una benedizione, visto che ci permetteva di interagire con le altre persone anche se eravamo costretti a stare chiusi in casa. Poi però nel nostro caso c’è stata quella che in gergo tecnico si chiama abituazione: dopo una serie di esposizioni allo stesso stimolo, quello stimolo smette di essere tale, e la risposta va gradualmente a scemare.
Probabilmente agli scimpanzé succederà la stessa cosa, e a quel punto bisognerà pensare a qualcos’altro per scongiurare il rischio di depressione. Resta il fatto che questi animali sono sensibili alle immagini, soprattutto a quelle in movimento, come dimostrano vari esperimenti in cui venivano mostrati loro dei conspecifici ottenendo reazioni di vario tipo. Ecco perché l’iniziativa delle videoconferenze ha rappresentato per loro un arricchimento sociale.