Prima le pressioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, con l’Europa e, in particolare, con la commissaria Stella Kyriakides: “Quello che sta facendo Pfeizer è inaccettabile. Non si può immaginare di spiazzare così un paese nel pieno della pandemia”. Poi la posizione del commissario, Domenico Arcuri, e i suoi contatti con l’Avvocatura per capire lo spazio di un contenzioso. Infine, nella notte tra sabato e domenica, una mail della multinazionale farmaceutica alla struttura commissariale per confermare quanto già annunciato in un comunicato stampa: “Tutto – spiega Pfizer – verrà ripristinato come da cronoprogramma”.
La partita sulla fornitura del vaccino contro il Covid ha conosciuto nelle scorse ore una nuova puntata. Lunedì 18 gennaio saranno consegnate all’Italia 165 mila dosi di vaccino in meno di quelle previste. L’azienda ha assicurato che si tratterà dell’ultima volta che accade: già dal 25 gennaio dovrebbe tornare la consegna delle 470 mila dosi previste. Ed entro metà febbraio si recuperanno anche le 165 mila perse.
Il problema è che al momento tutto è sulle spalle di Pfizer. Moderna ha distribuito appena 47 mila dosi. Il sospetto è che Pfizer abbia messo sul mercato parte delle dosi inizialmente destinate all’Europa.