L’ingresso nel porto di Amburgo per la filiale della cinese Cosco è cosa fatta. Dopo due anni di trattative, il colosso statale cinese avrà una quota minoritaria del 24,99 per cento di partecipazione in uno dei terminal del porto della città anseatica. Cosco voleva originariamente una quota del 33 per cento, uno scenario evitato dalla proteste di diversi ministeri del gabinetto tedesco.
L’affare interessa anche l’Italia. Riguarda in particolare Trieste, il cui porto è stato da tempo individuato da Pechino come scalo perfetto per la Via della Seta nell’Adriatico. In realtà, l’accordo sino-tedesco “non sembra presentare ripercussioni dirette su Trieste”, aveva spiegato nei mesi scorsi Francesca Ghiretti, analista del centro studi tedesco Merics, a Formiche.net.
“Ma guardando all’operazione in maniera più generale emergono alcuni interrogativi che riguardano la concorrenza. Infatti, Cosco, che riceve fondi statali dalla Cina, non compete allo stesso livello di altre imprese nel settore. Inoltre, la sua posizione dominante sul mercato è un potenziale strumento geopolitico per Pechino”, aveva aggiunto.