Indra Nooyi, il primo amministratore delegato di PepsiCo, si dimette dopo 12 anni alla guida del gigante del food&beverage, capace di vendere più di 1 miliardo di dollari di prodotti l’anno e comprende 22 marchi globali, tra i quali Frito-Lay, Gatorade, Quaker e Tropicana.
Ma Nooyi, 62 anni, può vantare un altro primato. Quando ha preso le redini della multinazionale è stata il primo ceo di origine straniera. Sarà, invece, sostituita dal 3 ottobre da un uomo, Ramon Laguarta, presidente di Pepsi dal 2017 anche se lavora per il gigante Usa da 22 anni.
Nata a Chennai, nel sud dell'India, Nooyi si è trasferita negli Stati Uniti nel 1978 per studiare alla School of Management della Yale University. È entrata in Pepsi 24 anni fa, diventandone amministratore delegato nel 2006. Ciò le ha consentito di essere inclusa nella ristrettissima cerchia di 25 donne ceo che guidano una delle società dell'indice Standard&Poor's 500, secondo Catalyst.
"Essere stata alla leadership di PepsiCo è l'onore della mia vita e sono incredibilmente orgogliosa di tutto ciò che abbiamo fatto negli ultimi 12 anni per promuovere gli interessi non solo degli azionisti, ma di tutti gli stakeholder. Crescendo in India, non avrei mai immaginato di avere l'opportunità di guidare una società così straordinaria". Sono le parole scelte da Nooyi per congedarsi.
Il mandato dell’ad uscente è stato caratterizzato dal cambiamento dei gusti dei consumatori per bevande e snack e, sotto la sua guida, la società nota per le cole si è espansa, ampliando la gamma di prodotti offerti e puntando su ingredienti più salutari. Per questo ha acquisito, tra gli altri, una società brasiliana di acqua di cocco, e Bare Foods, produttore di snack di frutta e verdura cotti.
E i numeri sembrano essere dalla sua parte. Il fatturato netto di Pepsi è cresciuto da 35 miliardi di dollari nel 2006 a 63,5 mld nel 2017. Sono performance che fanno passare in secondo piano una certa vis polemica che le ha creato più di qualche problema in passato.