Meta, la società che controlla Facebook, starebbe per annunciare un piano di licenziamenti di massa. Si parla di molte migliaia. Lo rivelano alcune fonti al Wall Street Journal, secondo cui si tratterebbe di uno dei più grandi round nell’ambito di una recente ondata di tagli ai posti di lavoro nel settore tecnologico dopo la rapida crescita delle assunzioni registrata durante la pandemia.
Sarebbe la prima volta in 18 anni di storia che la società dà il via a una riduzione di personale di così ampia portata. Sebbene sia inferiore, in termini percentuali, ai tagli di Twitter, il numero di dipendenti di Meta che si prevede perdano il posto di lavoro potrebbe essere il più alto finora raggiunto da una grande azienda tecnologica.
Eppure, durante la pandemia Meta, come altri giganti della tecnologia, ha segnato numerose assunzioni: più di 27.000 nel 2020 e nel 2021, e poi altre 15.344 nei primi nove mesi di quest’anno. Alla fine di settembre, lavoravano in Meta più di 87.000 persone. Nel frattempo, le azioni del gigante hanno perso oltre il 70% del loro valore quest’anno.
Meta ha dato la responsabilità al deterioramento generale della situazione economica, ma gli investitori sono spaventati anche da fattori endogeni legati al funzionamento del business nei social media. C’è poi da annotare la forte concorrenza di TikTok, e la richiesta di Apple agli utenti di acconsentire al tracciamento dei loro dispositivi ha limitato la capacità delle piattaforme di social media di indirizzare gli annunci pubblicitari.
I problemi tuttavia non ci sono solo per Meta. Google ha invitato alcuni dei suoi dipendenti a cercare un’altra occupazione all’interno dell’azienda. In casa Twitter, Elon Musk vuole sforbiciare il 50% dei dipendenti, lasciando a casa 3700 persone su 7500. Ma la lista delle società tecnologiche che licenziano si allunga di ora in ora. Tra queste, c’è anche Microsoft.
Amazon ha invece comunicato il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato. A causa di “un ambiente macroeconomico insolito” ha spiegato Beth Galetti, senior vice-president of People Experience and Technology del colosso. Quella di Amazon è una scelta che conferma l’aria che in questa fase si respira in Silicon Valley. Un’aria di recessione economica.