La durissima vertenza sindacale con la Fiat del 1980? Lì sì che ci fu pathos. E lì terminò la storia della sinistra italiana del dopoguerra. Era il 14 ottobre del 1980.
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“A seguito della sconfitta del movimento operaio negli anni Ottanta, il capitalismo non solo si liberò del suo avversario storico ma inglobò anche coloro i quali sarebbero dovuti diventare i suoi nuovi avversari, portandoli al governo (il riferimento è a Massimo D’Alema). E infatti in Germania, Francia, Gran Bretagna e, ovviamente, Italia si affermarono i leader del centrosinistra, cioè quelli che avevano accettato la sconfitta del 1980 come una liberazione”. È la sintesi di quegli anni intensi rilasciata da Fausto Bertinotti al Corriere della Sera. “Nel 1980 il capitalismo si convinse che era l’ora dell’aut-aut in tutto l’Occidente – aggiunge Bertinotti -. E decise di mettere fine al ciclo storico che negli anni Settanta aveva prodotto un forte avanzamento dei diritti sociali e civili”. Poi arriva la mazzata finale: “La Fiat annunciò quattordicimila licenziamenti. La Fiat, che era stata madre e matrigna, luogo di repressione anti-operaia e di sicurezza del posto di lavoro, aveva pronunciato la parola indicibile”.