Nei prossimi 25 anni, se i tassi di occupazione, gli orari di lavoro e la produttività oraria rimanessero immutati sui livelli attuali, il Pil calerebbe dello 0,9% all’anno.
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“Nei prossimi venticinque anni, se i tassi di occupazione, gli orari di lavoro e la produttività oraria rimanessero immutati sui livelli attuali, il calo della popolazione in età da lavoro implicherebbe una diminuzione dell’input di lavoro e quindi del Pil italiano dello 0,9% all’anno”. Lo si legge nella relazione del Vice Capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia Andrea Brandolini davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto. “La riduzione del Pil pro capite sarebbe più contenuta, lo 0,6% annuo, per effetto della parallela flessione della popolazione complessiva” ha aggiunto Brandolini.