Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di oltre 700 mila unità. Lo rileva l’Istat, proponendo il confronto con il periodo appena precedente all’esplosione della pandemia. A rendere il quadro ancora più nero è il Censis-Confcooperative. Con l’emergenza provocata dal Coronavirus sono 2,1 milioni in più le famiglie italiane a rischio povertà assoluta.
30 Luglio, 2020
Ultimo aggiornamento: 31/07/2020 10:55
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È questa in sintesi la fotografia scattata dal Focus ‘Covid da acrobati della povertà a nuovi poveri. Ecco il rischio di una nuova frattura sociale”. Dei 2,1 mln di famiglie, oltre 1 mln di nuclei vive esclusivamente di lavoro irregolare.
“Il paese vede la sua competitività ferma al palo dal 1995. Abbiamo un’occupazione più bassa della media europea. Un deficit che è cresciuto di 20 punti e un Pil che chiuderà con un rosso a due cifre sfondando il tetto del 10%. Abbiamo una geografia sociale ed economica del Paese molto sbilanciata – dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – con poco meno di 23 milioni di lavoratori, oltre 16 milioni di pensionati, 10 milioni di studenti (con una formazione che non è sempre d’eccellenza) e oltre 10 milioni di poveri. Il problema non è il deficit, ma la capacità o meno di poterlo pagare.”
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