Dopo lo sciopero generale nazionale dei dipendenti della pubblica amministrazione dello scorso 9 dicembre, per protestare contro “la mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi Ccnl Sanità Pubblica”, le riforme annunciate da Fabiana Dadone innescano la risposta del sindacato. E non è positiva.
Riguardo allo smart working il ministro lascia intendere che servono diversi sistemi per monitorare il lavoro dei dipendenti da remoto e valutazioni dei risultati in termini del servizio reso che potranno portare a premi di produttività. Inoltre chi risulterà inefficiente, secondo i parametri prestabiliti, dovrà tornare a lavorare in ufficio. Secondo la Fp Cgil, la ministra brandisce “lo smart working come premio o punizione".