Non c’è solo il dumping di chi per tagliare il costo del lavoro sposta una fabbrica all’estero (delocalizzando gli impianti industriali), dove i salari sono molto più bassi. In realtà c’è un metodo collaudato e sempre più diffuso, tutto italiano, per chi vuole pagare meno i lavoratori.
Ci si mette d’accordo con un sindacato compiacente, poco rappresentativo, si sigla un contratto collettivo di lavoro, lo si deposita al Cnel, ed è fatta. A mettere il dito nella piaga è uno studio della Fondazione Di Vittorio-Cgil sulla giungla di 933 contratti depositati in Italia e sull'effetto “dumping” a spese dei dipendenti.
È così che si spiega il paradosso. Quanto guadagna un commesso in Italia? 1.618, 1.245 o 987 euro, a seconda dell’accordo collettivo di riferimento. Questa “disparità legale” è l’effetto della proliferazione di intese firmate da associazioni datoriali e sindacati scarsamente rappresentativi allo scopo di abbassare salari e diritti.