30 anni di riforme delle pensioni non sono servite a risolvere i problemi previdenziali dell’Italia. Perché? Si guarda solo dal buco della serratura.
Visto da qb
Dagli anni ’90 l’Italia ha avviato una poderosa sequenza di riforme del sistema previdenziale. Il problema è che i vari governi, uno dopo l’altro, non hanno fatto altro che inanellare una dopo l’altra (presunte) riforme. Il governo Draghi ha messo la firma sull’ultima. Verrebbe da dire ‘sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico’. Eppure dalle parti di Palazzo Chigi economisti non mancano. D’altronde, non ci vuole un Premio Nobel per capire che il sistema previdenziale è parte integrante di un sistema di vasi comunicanti. Per risolvere, infatti, il ‘problema delle pensioni’ occorrerebbe partire da due macro-constatazioni: i tassi di occupazione sono ancora troppo bassi in Italia (se ci sono poche persone che lavorano è inevitabile che il castello prima o poi crolli), ma il governo sembra latitare su questo. E, in secondo luogo, l’invecchiamento demografico: e anche in questo caso l’esecutivo è piuttosto bloccato sul tema delle politiche sociali, familiari e di conciliazione del tempo privato con quello di lavoro. Si torna intanto a parlare di nuovi ennesimi ritocchi al sistema previdenziale.