Per il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, “c’è una distorsione oggettiva” sul reddito di cittadinanza che potrebbe mettere a rischio il settore, tra i più colpiti durante gli anni della pandemia.
“Per avere il personale necessario all’attività turistica, andrebbe risolta la distorsione causata dal reddito di cittadinanza altrimenti non riusciamo a garantire l’offerta necessaria alla ripartenza”, osserva il ministro, precisando che “mi segnalano che i collaboratori di cucina in alcuni casi non vogliono andare oltre i tre giorni a chiamata a settimana, altrimenti perdono il reddito di cittadinanza e questa è una distorsione.”
Insomma, con Garavaglia la Lega riapre il fronte reddito di cittadinanza, uno dei pilastri del M5S. E su cui Matteo Salvini si oppone (ma occorre ricordare che il suo partito era nella maggioranza di governo quando il provvedimento fu approvato e lui era vicepremier).
Detto ciò, e precisato che il reddito di cittadinanza è una misura probabilmente perfettibile, il problema centrale è lo strumento di sostegno al reddito o forse il fatto che il livello dei salari è mediamente troppo basso in Italia e che il mercato del lavoro è troppo precarizzato? In fondo, la risposta non è difficile. Eppure, si continua a battagliare ingessando il paese su questioni anacronistiche e impedendogli di fare altri passi avanti.