Le imprese devono contenere i profitti e aumentare i salari (Scarpetta). No, non è il momento giusto (Visco).
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Il rischio da evitare, secondo il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, è la rincorsa tra i prezzi e i salari, perché la cosiddetta spirale può fare ancora più male di un’inflazione che a ottobre è arrivata all’11,8%. Le parole di Visco sembrano, tuttavia, non tenere conto della natura dell’inflazione attuale che in Europa a differenza ad esempio degli Stati Uniti dipende perlopiù da una riduzione dell’offerta piuttosto che della domanda. Intanto, però, il conto lo pagano ancora una volta i lavoratori, che già scontano salari fermi da vent’anni (l’Italia è l’unico paese europeo in cui i livelli retributivi anziché aumentare sono scesi). Come se ne esce da questa situazione? “Le imprese devono fare uno sforzo per contenere i profitti e dare un segnale di aumento salariale nell’ambito della contrattazione collettiva”, propone Stefano Scarpetta, direttore per l’Occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse, che si dice a favore del salario minimo legale. Il problema, come Scarpetta ben sa, è che la contrattazione collettiva non copre tutti i lavoratori, esclude quelli più precari.