Più pensionati che lavoratori entro il 2050. Potrebbe essere questo, secondo l'ultimo studio dell'Ocse sul mercato del lavoro, il destino di Italia, Grecia e Polonia.
Sulla base degli attuali schemi pensionistici, scrive l'organizzazione nel rapporto Working Better with Age, nell’area Ocse il numero di persone over-50 inattive o pensionate che dovranno essere sostenute dai lavoratori potrebbe aumentare di circa il 40%, passando da 42 a 58 su 100.
Di fronte al rapido invecchiamento della popolazione, l’Organizzazione con sede a Parigi invita i governi a promuovere “maggiori e migliori opportunità di lavoro in età avanzata per proteggere gli standard di vita e la sostenibilità delle finanze pubbliche”.
Ritardando l'età media in cui i lavoratori più anziani lasciano la forza lavoro e riducendo il divario di genere nella partecipazione della forza lavoro in età più giovane, l'aumento medio per l'area Ocse potrebbe infatti essere ridotto al 9%.
La relazione sottolinea che sono stati compiuti molti progressi per incoraggiare i lavoratori più anziani a continuare a lavorare fino all'età di 65 anni. Tuttavia, praticamente in tutti i Paesi Ocse, l'età effettiva in cui gli anziani escono dal mercato del lavoro è ancora più bassa oggi rispetto a 30 anni fa, nonostante un numero maggiore di anni rimanenti di vita.