Divieto di licenziamento: una misura inutile?

Nel momento più acuto della crisi, il divieto di licenziare potrebbe essere stato una misura ridondante, visto che le aziende potevano ricorrere alla cassa integrazione. Il mercato del lavoro subirà inevitabilmente dei cambiamenti

Divieto di licenziamento: una misura inutile?

Il divieto di licenziamento è stata una delle misure più radicali per fronteggiare l’impatto economico e sociale della pandemia da Covid-19. E c’è solo un precedente in Italia: l’unica altra volta in cui vi si è fatto ricorso era nell’immediato Dopoguerra. Ma tra i paesi Ocse solo l’Italia ha formalmente vietato i licenziamenti individuali e collettivi.

“Il gioco valeva la candela?”, si chiede economista dell’Ocse Andrea Garnero: “Il mercato del lavoro italiano ha registrato 600 mila occupati in meno tra febbraio e giugno. Magari la perdita occupazionale sarebbe stata maggiore senza il divieto di licenziamento. Però, non è detto. Se è più difficile licenziare, le imprese saranno anche più prudenti ad assumere, anche se in tempo di crisi, le assunzioni calano comunque notevolmente. Inoltre, licenziare costa, in termini di procedure, Tfr, indennizzi e possibili ricorsi. Mentre invece se l’accesso alla cassa integrazione è immediato e senza costi e se è possibile ridurre a zero il tempo di lavoro, un’impresa non ha vantaggio economico a licenziare, anche senza un divieto formale, perché il costo del lavoro può essere interamente trasferito allo Stato, evitando così pure eventuali futuri costi di ricerca e assunzione di nuovi dipendenti.”

Con una cassa integrazione universale e senza costi, come è quella introdotta di questi tempi in Italia e in molti altri paesi Ocse, si può quindi pensare - aggiunge Garnero - che “il divieto di licenziamento fosse una norma sostanzialmente ridondante, anche se per il momento sappiamo solo che il totale delle cessazioni (licenziamenti ma anche dimissioni) è sceso di molto rispetto allo scorso anno. Tuttavia, se si guarda all’andamento dei licenziamenti in altri paesi in cui esistono dati e le imprese avevano accesso a uno strumento comparabile alla cassa integrazione, il dubbio viene.”

In Francia, per esempio, in base ai dati di Pôle Emploi, il servizio pubblico per l’impiego, non è osservabile alcun aumento dei licenziamenti tra febbraio e giugno rispetto allo stesso periodo del 2019. Al contrario, i licenziamenti non economici sono perfino scesi. Nel Regno Unito, che da fine aprile ha introdotto una forma di cassa integrazione (Coronavirus Job Retention Scheme), l’aumento dei licenziamenti rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti è relativamente limitato.

Non bastano queste grossolane comparazioni per tirare conclusioni definitive per l’Italia. In particolare, Francia e Regno Unito hanno erogato la cassa integrazione senza i ritardi vissuti da molte imprese italiane. È possibile, quindi, che di fronte alle difficoltà di cassa, senza il divieto i licenziamenti nei primi mesi della crisi sarebbero stati ben più alti nel nostro paese. Tuttavia, i dati francesi e britannici instillano il dubbio che, una volta dato accesso alla Cig a tutti, il divieto di licenziamento fosse un provvedimento più ‘politico’ che necessario a tamponare l’emorragia del mercato del lavoro.

In ogni caso - avverte Garnero - “con il passare del tempo e di fronte a cambiamenti duraturi della domanda, alcune imprese cominceranno a voler riorganizzare la propria produzione. Aggiustamenti, purtroppo, saranno inevitabili. Il mercato del lavoro post-Covid non sarà e non potrà essere identico a quello del 21 febbraio 2020, quando tutto è cominciato.”

Fonte
quotedbusiness.com è una testata indipendente nata nel 2018 che guarda in particolare all'economia internazionale. Ma la libera informazione ha un costo, che non è sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità. Se apprezzi i nostri contenuti, il tuo aiuto, anche piccolo e senza vincolo, contribuirà a garantire l'indipendenza di quotedbusiness.com e farà la differenza per un'informazione di qualità. 'qb' sei anche tu. Grazie per il supporto

Indicatori

Scopri la sezione Indicatori

(opzionale)
Paesi
www.quotedbusiness.com