Continua la corsa delle big tecnologiche per trattenere e accaparrarsi i migliori talenti a forza di aumenti salariali. E dopo l’annuncio di Microsoft, che nei giorni scorsi ha fatto sapere di aver raddoppiato il budget globale per i salari, ora è Apple a muoversi nella stessa direzione. Il salario base per i dipendenti localizzati negli Stati Uniti passerà dai 20 dollari l’ora a 22, segnando un incremento del 45% rispetto ad appena tre anni fa.
A spingere Apple in questa direzione è la molteplicità di fattori che sta influenzando pesantemente l’economia globale: dalla mancanza di manodopera all’inflazione, che negli Stati Uniti è ai livelli massimi da 40 anni a questa parte. Proprio il livello dei prezzi al consumo, con il conseguente aumento del costo della vita, sta dando forma a pressioni sindacali crescenti. Il punto centrale – spiega l’azienda – è che “sostenere e mantenere i migliori collaboratori al mondo ci consente di fornire i prodotti e i servizi migliori e più innovativi per i nostri clienti”.
La lotta per attirare e trattenere i lavoratori, come detto, non è solo di Apple. Anzi, quella del gigante fondato da Steve Jobs è una mossa che arriva dopo quelle firmate Google, Amazon e Microsoft, che hanno apportato modifiche alle loro strutture retributive nelle ultime settimane.