Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha annunciato l’aumento del salario minimo (ora pari a 1.302 reais) nella prima economia sudamericana a 1.320 reais (circa 260 dollari) a partire dal primo maggio.
“È il mio impegno per il popolo brasiliano; è già stato definito con il movimento sindacale, con il ministero del Lavoro, con quello delle Finanze che a maggio lo porteremo a 1.320”, ha detto l’ex sindacalista metallurgico.
Avremo “una nuova regola del salario minimo, che avevamo già nel mio primo mandato (2003-2010), cioè il salario terrà conto dell’inflazione e della crescita del Pil”, ha aggiunto Lula. Secondo il capo dello Stato “è questo il modo più giusto per ridistribuire la crescita dell’economia”.
Che in realtà langue. Il Pil pro capite, ad esempio, era pari nel 2019, l’ultimo anno prepandemico, a 8.900 dollari (fonte: My Data Jungle) nel paese verdeoro, un dato (basso) peraltro inferiore a quello delle altre principali economie dell’America Latina (Argentina e Messico).