Si va verso un nuovo aumento del salario minimo interprofessionale in Spagna. L’obiettivo del governo, specificato chiaramente nell’accordo fra Psoe e Podemos all’inizio della legislatura, è chiaro: «Aumenteremo il salario minimo interprofessionale fino a raggiungere progressivamente il 60% del salario medio in Spagna, come raccomanda la Carta Sociale Europea».
Il governo presieduto da Pedro Sánchez è il responsabile del maggiore aumento del valore di questo indicatore: nel 2019, con l’appoggio parlamentare di Podemos, che ancora non era nel governo, aumentò del 22% il suo valore, dopo un decennio praticamente di stasi durante il governo Rajoy. Il valore raggiunto fu di 900 euro al mese, per 14 mensilità (o 1.050 in 12 mensilità). L’anno successivo, nel 2020, si arrivò a 950. Ora, per il 2021, resta da trovare un accordo sulla quantità concreta. I sindacati vogliono almeno compensare l’aumento dell’inflazione, che quest’anno è stata per la prima volta importante da molti anni in Spagna: attorno al 3%.
Un comitato di esperti nominati dal governo a giugno aveva messo dei paletti numerici al piano del governo: suggeriva che entro la fine della legislatura nel 2023 si arrivasse a un salario tra i 1.011 e i 1.049 euro al mese (per 14 mensilità), che corrisponde proprio a circa il 60% del salario medio percepito dai lavoratori spagnoli. Per quanto riguarda il 2021, prendeva in considerazione un aumento cauto, fra i 12 i 19 euro al mese (tra l’1.3% e il 2%). Se davvero il governo rosso-viola arrivasse alle prossime elezioni con le cifre promesse, il salario sarà aumentato di un totale di 300 euro al mese (ben 4.200 euro all’anno in 14 mensilità).