In Italia, come noto, il tasso di occupazione viaggia intorno al 60 per cento (i dati riguardanti giovani e donne sono nettamente più bassi); è ancora troppo lontano dai numeri evidenziati ad esempio da Germania (in termini assoluti la prima economia segna quasi il doppio degli occupati a fronte di un popolazione superiore a poco più di un quarto rispetto a quella italiana) e Francia. Fin qui, nulla di nuovo.
Ora, stando a dati dell’Eurostat (aggiornati al 2022), emerge che nel Belpaese si lavora anche troppo. Circa 2 milioni di lavoratori restano in ufficio per 50 ore a settimana, contro le canoniche 40 ore (8 ore al giorno per 5 giorni). Si tratta del 9,4 per cento (7 per cento nell’intera Ue) dei lavoratori totali, circa 23 milioni, e il fenomeno in Europa riguarda molto di più gli autonomi (30 per cento) che gli impiegati (4).
Il dato italiano è tra i più alti d’Europa: ci superano solo gli irlandesi (9,1 per cento), i portoghesi (9,4), peggio va ai lavoratori francesi con il 10,2. Ma il top si raggiunge in Grecia: 12,6 per cento. In Romania il dato precipita al 2,2, in Bulgaria allo 0,7.