L'apparenza inganna. L’ottimismo degli indicatori del mercato del lavoro nasconde dure prospettive

L’ottimismo degli indicatori del mercato del lavoro nasconde prospettive difficili. Intanto l'inflazione cresce più dei salari, mentre la disoccupazione resta al 4,3 per cento

Diminuiscono gli occupati in Gran Bretagna

Un pezzo alla volta la macchina britannica capace di creare nuovi posti di lavoro negli anni della ripresa sembra essersi rotta.

Gli occupati sono aumentati negli anni recenti, ma negli ultimi mesi la tendenza sembra essersi rovesciata, anche se il tasso di occupazione resta intorno al 75 per cento.

E’ aumentato, inoltre, il numero di posti vacanti (798mila), mentre la disoccupazione è rimasta ai livelli più bassi dalla metà degli anni '70 (4,3 per cento).

Tutto ciò non si è, tuttavia, tradotto in un reale aumento dei salari, che sono cresciuti meno dell’inflazione (2,3 per cento a fronte del 3,1), spinti dalla sterlina debole che fa salire il costo delle importazioni.

Per questi motivi la retribuzione media annua, tenendo conto dell'inflazione, potrebbe non tornare ai livelli pre-crisi almeno fino al 2025. Il che vuol dire meno consumi, meno crescita, meno occupati.

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