Sono stati in molti, tra Stati e città, a offrire agevolazioni fiscali importanti ad Amazon nella speranza di assicurarsi una delle sedi del gigante Usa. Un'analisi dell’Istituto di politica economica (Epi) ora rivela che i centri dove vengono raccolti e spediti i prodotti non determinano un aumento dell'occupazione complessiva nelle contee dove sono localizzati.
Amazon ha ricevuto oltre 1 miliardo di dollari nella forma di sussidi statali e locali per aprire le varie sedi negli Stati Uniti. Il rapporto mette in discussione l'efficacia di tali sgravi fiscali visto che non contribuiscono alla crescita netta di posti di lavoro. L’ipotesi è che i posti di lavoro creati dalle sedi di Amazon siano compensati dalla riduzione degli occupati in altri settori o che la crescita sia troppo modesta da poter influenzare il tasso di occupazione.
"Sarebbe più efficace per lo sviluppo economico di lungo periodo investire nell’istruzione e nelle infrastrutture, piuttosto che consentire sgravi fiscali a imprese come Amazon", sostiene Ben Zipperer, economista Epi.
La voce di quoted
Non contento di non riuscire a essere un moltiplicatore di occupati, il gigante statunitense sembra concentrato solo sulla produttività. Di qui l'idea di ottimizzare il lavoro nei magazzini in cui si evadono gli ordini online con braccialetti "intelligenti" per i dipendenti in grado di monitorarne le attività. L'ipotesi è già realtà visto che è stata brevettata da Amazon per velocizzare le operazioni di consegna. E in Italia scoppia la polemica sindacale e politica.