È nella Silicon Valley, il cuore dell’innovazione degli Stati Uniti fin dagli anni ‘70, che sta partendo forse l’addio al lavoro d’ufficio e ai grandi campus. La pandemia ha portato con sé il lockdown, quel processo che ha convinto, se non obbligato milioni di lavoratori a operare da casa.
Le grandi aziende stanno ridisegnando le loro strategie per una forza lavoro distribuita diversamente sul territorio. Un tempo, lì emigravano in cerca di fortuna i talenti usciti dalle grandi università americane e lì approdava anche la forza lavoro che offriva loro i servizi. Ora i giganti del web sono liberi di assumere chiunque, per lavorare da qualsiasi parte. La vicinanza dei dipendenti, che ha segnato un modello, non serve più. Gli incontri si fanno virtuali, su Skype e Zoom.
La lunga tradizione di far crescere e far circolare talenti all’interno della Silicon Valley ha consentito alla regione di diventare e rimanere l’epicentro della cultura tecnologica e dell’innovazione degli Stati Uniti. Nei suoi 70 anni, l'area ha prodotto i colossi Apple, Facebook, Alphabet, Twitter, Oracle, Hewlett-Packard e Intel.
E con loro, la contea di Santa Clara è cresciuta fino a diventare un centro di ricchezza, generando oltre 316 miliardi di dollari di Pil nel 2018. Ha creato 1,7 milioni di posti di lavoro e fino ad ora quei posti erano concentrati nell'area della Baia di San Francisco.
Ecco, tutto questo ora sta mutando verso una nuova dimensione. La pandemia ha solo accelerato il processo.