Il governo nipponico conferma la sua nuova strategia e incoraggia i lavoratori, e le aziende, giapponesi a ridurre il tempo di lavoro passando dai tipici 5 a 4 giorni la settimana.
Gli obiettivi dell’esecutivo sono molteplici: il miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata; l’incremento del tempo da destinare alla formazione e al tempo libero, con un conseguente aumento dei consumi. La maggior disponibilità di tempo potrebbe, secondo le previsioni di Tokyo, anche stimolare il tasso di natalità. Il Giappone, terza economia al mondo, è il paese più ‘vecchio’ a livello globale.
Sullo sfondo gli obiettivi finali del governo sono due: aumentare la produttività e ridurre il noto ‘karoshi’, ovvero la morte per troppo lavoro. Un fenomeno, quest’ultimo, che ancora attanaglia il Giappone.
In realtà, circa il 10% delle imprese hanno già adottato un sistema che consente ai propri dipendenti di optare per una settimana lavorativa di 4 giorni. Ma a un prezzo ‘salato’ per i dipendenti. Mentre alcune aziende hanno optato per la riduzione degli stipendi in proporzione al minor numero di ore lavorate, altre invece hanno optato per il redistribuendo su 4 giorni le ore perse.
Il vero cambiamento sarebbe ridurre il tempo di lavoro, senza diminuire i livelli salariali. Ma è noto quanto sia radicata la cultura del lavoro in Giappone, come ci ricorda il ‘karoshi’.