50 mila lavoratori saranno inviati negli Emirati Arabi Uniti come parte di un programma per modernizzare la forza lavoro. Lo ha annunciato il primo ministro etiope Abiy Ahmed che in questo modo intende ridurre la disoccupazione nel suo paese.
Il premier ha chiarito che, oltre a quelli già previsti, sono in corso negoziati per l'invio di 200 mila lavoratori in tre anni. E ci sarebbero alla finestra, come paesi destinatari, anche alcuni Stati europei e il Giappone.
L’idea dell’esecutivo è che in tal modo gli etiopi potranno guadagnare salari migliori e saranno in grado di perfezionare le loro capacità, prima di ritornare ricchi di know-how nel proprio paese di origine.
Sullo sfondo le relazioni geopolitiche tra i paesi dell’Africa orientale e quelli mediorientali. E, in particolare, tra Etiopia ed Emirati Arabi Uniti, che nel 2018 si sono impegnati a iniettare 2,6 miliardi di euro nelle casse etiopi. Una possibile parziale spiegazione dell’originale modo scelto dal paese africano per ridurre la disoccupazione.