Eni non lascia la joint venture con la russa Rosneft a causa delle sanzioni statunitensi inflitte alla Federazione guidata da Putin.
Si tratta di pura speculazione, secondo l'amministratore delegato Claudio Descalzi, che è intervenuto a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. Le voci fatte circolare da alcuni media sarebbero infondate.
Nel maggio 2017 Rosneft ed Eni avevano firmato un accordo per espandere la cooperazione sulla produzione di petrolio, aumentando le perforazioni offshore nel Mar Nero e quello di Barents.
A dicembre l'amministratore delegato di Rosneft, Igor Sechin, aveva dichiarato che le due aziende avevano avviato la perforazione del pozzo esplorativo nell'area di concessione Zapadno-Chernomorskaya, dopo aver stimato la presenza di 60 milioni di tonnellate di petrolio e 100 miliardi di metri cubi di gas naturale. Numeri che valgono il rischio di opporsi agli Stati Uniti, così almeno sembra pensarla il management di Eni.