Il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con Ankara e tagliare i fondi verso la Turchia. L'Istituzione europea ha anche chiesto alla Banca europea per gli investimenti di rivedere i prestiti concessi al paese, che nel 2018 sono stati pari a 434 milioni di dollari.
La Turchia, nei giorni scorsi, aveva avviato nuove perforazioni offshore nel Mediterraneo orientale, vicino alle coste di Cipro, alla ricerca di nuovi giacimenti di gas. Una mossa giudicata come una violazione del diritto internazionale e della sovranità di Cipro.
Dopo l’incontro di lunedì 15 luglio, il Consiglio ha così fatto sapere che, "nonostante le ripetute richieste dell’Ue di cessare le proprie attività illegali nel Mediterraneo orientale, la Turchia ha proseguito con le perforazioni e ha lanciato una seconda operazione a nord-est dell'isola, all’interno di acque territoriali cipriote".
Rischia dunque di riaprirsi una ferita mai guarita. L'isola è stata divisa in due (tra Atene e Ankara) nel 1974, anche se la parte turca non è mai stata riconosciuta a livello internazionale. Al contrario, la Repubblica di Cipro è entrata nell'Ue nel 2004. Poi, nel 2011, il conflitto è di nuovo emerso quando sono stati scoperti i primi giacimenti di gas. Fino all'azione (provocatoria) promossa dalla Turchia nei giorni scorsi.